Impianti dentali quali inconvenienti possono verificarsi?

Quali sono i problemi più comuni dovuti all’inserimento di impianti dentali ?

Le malattie sistemiche come diabete, cardiopatie e osteoporosi sono un limite per l’implantologia ?

Come ogni intervento, anche quelli di chirurgia orale non sono esenti da possibili complicanze o rischi.

Vediamo insieme quali sono le situazioni in cui il paziente sottoposto ad implantologia può andare incontro a problemi e come si risolvono.

Uno dei problemi riscontrabili dopo l’intervento è l’insensibilità (parestesia) del labbro od anche del mento che può essere temporanea oppure permanente.

Volendo essere più precisi, l’insensibilità può essere dovuta a cause differenti e non tutte legate direttamente all’inserimento di un impianto dentale.

Vediamo alcune:

L’impianto comprime il nervo

Non c’è dubbio che l’errore sia totalmente ascrivibile al dentista che non ha valutato correttamente il posizionamento della vite in titanio all’interno dell’osso.
Il paziente avverte immediatamente un forte dolore che cessa nel momento in cui l’impianto viene rimosso.
Non sempre, però, l’insensibilità del labbro o del mento che ne consegue, si risolve con la stessa velocità.

Insensibilità da coagulo (grumo di sangue)

La parestesia può essere causata dal coagulo di sangue che si forma a causa del trauma subito dei tessuti e che comprime il nervo.
Di solito, l’insensibilità al labbro o parestesia si manifesta nell’immediato post operatorio (dopo 24 ore) oppure dopo due o tre giorni dall’intervento poiché è in questo lasso di tempo che l’edema (gonfiore) raggiunge la sua massima espansione.
Il coagulo si riassorbe spontaneamente in breve tempo e senza necessità di intervento del dentista.

Lesione del nervo causata dall’iniezione tronculare

Tra tutti i problemi che possono occorrere, la lesione del nervo causata dall’ago della siringa per l’anestesia locale è la meno ricorrente in assoluto anche se possibile.

Rottura dell’impianto

L’impianto dentale, come ogni altro presidio, non è totalmente infallibile od indistruttibile bensì, anch’esso può rompersi o piegarsi.

Di norma, i maggiori produttori di impianti dentali sia internazionali che nazionali danno una garanzia sul prodotto che va da 5 anni alla garanzia a vita.

Altri produttori, oltre a fornire gratuitamente un nuovo impianto, provvedono anche alle spese per il suo inserimento.

Praticamente il paziente non deve pagare nulla.

Torniamo a ripetere che la rottura di un impianto dentale è un problema che può accadere ma si tratta di casi molto molto rari.

Problemi di fibrointegrazione

Dopo l’inserimento di un impianto, può capitare che il nostro organismo metta in atto un’eccessiva difesa, ovvero che individui il corpo estraneo come potenzialmente pericoloso e, per precauzione, lo avvolge con una capsula fibrosa (sono i fibroblasti che creano una specie di bozzolo).

L’implantologia definisce tale situazione con il termine di “fibrointegrazione” che non causa veri e propri problemi.

Tecnicamente l’inserimento della vite in titanio è fallito.

Alcuni dentisti, però, sono del parere che sia comunque possibile sfruttare l’impianto fibrointegrato per supportare una capsula dentale od una protesi fissa.

Il diabete è una malattia cronica, caratterizzata da elevata concentrazione di glucosio nel sangue, a sua volta causata da una carenza di insulina nell’organismo.

Il soggetto che ne soffre deve provvedere (compensare) tale mancanza.

Il diabete rappresenta un limite all’implantologia solo nel caso in cui la malattia non sia tenuta debitamente sotto controllo (si parla di diabete scompensato).

Non possiamo annoverare tale patologia nella lista dei problemi con impianti dentali bensì in quella delle controindicazioni purché ne sussistano i presupposti.

I pazienti diabetici che tengono sotto contro la patologia possono sottoporsi a riabilitazioni implantologiche ed apprezzare la qualità della vita offerta dalle nuove tecniche per la sostituzione dei denti persi.

L’osteoporosi è la malattia sistemica che aggredisce le ossa dello scheletro causandone la riduzione della massa complessiva e provocando il deterioramento di quella rimante.

La predisposizione alle fratture aumenta considerevolmente nei soggetti colpiti rispetto a quelli sani.

Poiché una delle condizioni necessarie affinché impianti dentali abbiano successo è la giusta quantità e qualità di osso mascellare si potrebbe pensare che le persone che soffrono di osteoporosi non possano sottoporsi ad interventi implantari.

Per fortuna le cose non stanno così, ma vediamolo nel dettaglio.

L’osteoporosi aggredisce le ossa dello scheletro ma non tutte nella stessa misura.

Le zone maggiormente colpite sono l’anca, il femore (specie nelle persone anziane) ed il polso.

Le ossa mascellari e mandibolari non sono colpite in maniera tale da pregiudicare l’inserimento di viti in titanio per il sostegno di protesi.

Oggi le moderne tecniche di odontoiatria permettono anche a coloro che soffrono di osteoporosi di sottoporsi a sedute implantologiche senza troppe limitazioni.

Il tasso di successo si avvicina molto a quello mediamente raggiungibile da soggetti sani.

In altre parole, l’osteoporosi non rappresenta un problema per l’implantologia sempre che il dentista venga messo al corrente della malattia e dei farmaci utilizzati per contrastarla (specialmente se si tratta di terapie a base di bifosfonati ed aminobifosfonati).

L’età del paziente non è un limite

In linea di massima, l’età avanzata del paziente non costituisce un problema in implantologia.

Dopo l’attenta anamnesi ed i dovuti esami radiologici, l’implantologo valuta la possibilità di inserire subito le viti metalliche oppure se non sia il caso di procedere prima con l’aumento artificiale della quantità di osso a disposizione con innesti o rialzi.

Per quanto riguarda i giovanissimi, invece, è necessario attendere il completo sviluppo dello scheletro e della dentizione permanente (18/20 anni).

La scarsa igiene orale è un grosso problema

Quando la propensioni all’igiene orale di un individuo è scarsa oppure insufficiente, ciò, di per se, è la causa principale di patologie che portano alla perdita prematura dei denti.

Erroneamente si pensa che, una volta eliminati i denti naturali, la bocca non possa più essere attaccata da placca, tartaro, infiammazione gengivale e riassorbimento dell’osso.

Niente di più sbagliato.

I principali problemi si hanno proprio a causa della scarsa pulizia della protesi e dalla mancata rimozione dei resti di cibo vicino alla connessione impianto-protesi.

Il cibo in decomposizione favorisce la formazione della placca batterica che innesca l’infezione ed dei tessuti gengivali da cui la mucosite.

Se non fermata, l’infiammazione si propaga fino ad aggredire anche l’osso mascellare, in questo caso siamo difronte a perimplantite.

Il sostegno agli impianti viene a mancare e tutta la struttura implanto-protesica crolla come un castello di carte.

Conclusioni

E’ dovere etico di ogni dentista informare preventivamente i pazienti dei possibili problemi e di tenere in considerazione particolari stati di salute di coloro che desiderano sottoporsi ad implantologia al fine di procedere con il protocollo (metodo) più adeguato al caso in esame.

Se si seguono tutte le procedure odontoiatriche in maniera corretta, sono veramente pochissimi i soggetti che non possono trarre vantaggio dalle nuove tecniche implantari ed ancora meno coloro che avranno problemi a causa di impianti nel lungo periodo (dopo 10 o 15 anni dall’intervento).

Implantologia computer guidata o assistita

DOTTMOLTENI-Sessione1-482-950x514L’ implantologia computer guidata (in inglese computer guided implantology) è una metodologia che consente di pianificare al computer l’intervento implantologico, fabbricare una dima chirurgica che guidi l’inserimento degli impianti nelle ossa mascellari del paziente sfruttando al meglio la disponibilità ossea e porre in essere, così, interventi mininvasivi con risultati ottimali quanto predicibili.

La tecnologia ha ormai permeato tutte le attività che quotidianamente svolgiamo sia nel lavoro che nel tempo libero.

Anche l’odontoiatria in molte delle sue branche tra cui anche l’implantologia si avvale oggi di software altamente innovativi che aiutano il dentista ad avere una visione chiara e molto precisa del caso in esame, delle possibili soluzioni implantologiche, nonché di preventivare step by step tutta la procedura che porterà il paziente ad avere nuovamente i denti in bocca quindi, un bel sorriso ed un’efficiente masticazione.

Vediamo insieme quali sono le varie fasi di intervento e le caratteristiche principali di questo tipo di tecnologia.

Fase 1: Dima radiologica e TAC oppure  DENTALSCAN Cone Beam 3D

Durante il primo appuntamento il paziente si reca presso lo studio medico per permettere al dentista di prendere le impronte dentali. Direte voi: “quali impronte prende se il paziente non ha denti ?” Il primo passaggio di impronte serve all’odontotecnico, su indicazioni del dentista, per preparare uno strumento detto impropriamente maschera o, propriamente, “dima radiologica” una sorta di mini-protesi che però racchiude tutti i dettagli tecnici che saranno propri della futura protesi.

La dima radiologica viene adeguatamente posizionata all’interno del cavo orale del paziente che con essa si sottopone all’esame radiologico chiamato TAC.

Il medico trasferisce sul proprio computer i dati della TAC che contengono preziose informazioni sulla struttura ossea del paziente nonché sugli spazi occupati dalla protesi. Un software particolare elabora i dati provenienti dalla TAC e li trasformare in immagini 3D (tridimensionali) che danno al medico l’esatta visione del campo operatorio.

Fase 2: Ricostruzione virtuale con immagini 3D e preparazione dell’intervento

Una volta che il computer ha elaborato le immagini provenienti dalla TAC e ricostruito in maniera tridimensionale ed assolutamente precisa la bocca del paziente o, più precisamente, la struttura dei mascellari, l’odontoiatra può cominciare il lavoro di preparazione dell’intervento di implantologia computer guidata direttamente sul modella virtuale senza la necessità che il paziente sia presente in studio.

Il modello riprodotto dal computer permette di avere una visione completa di quello che è lo stato delle ossa in cui verranno inseriti gli impianti dentali che sosterranno la protesi, il dentista è in grado così di valutare esattamente la quantità e la qualità di osso a disposizione.

Si procede quindi ad individuare l’esatta posizione degli impianti e la loro eventuale inclinazione come accade nell’implantologia All on four.

Oltre alla posizione, la ricostruzione virtuale permette di individuare in anticipo anche il tipo di impianti dentali da usare per lo specifico caso in esame (si parla di lunghezza e di diametro)

La simulazione al computer non permette solo di preventivare la biomeccanica della futura protesi ma anche di prestare attenzione sui risultati estetici.

Concluso il lavoro di preparazione sul modello tridimensionale, tutte le informazioni vengono inviate ad un laboratorio (solitamente la casa madre del software per l’implantologia computer guidata o assistita) che ricostruisce tridimensionalmente la struttura ossea del paziente e su questa modella la dima chirurgica ovvero una sorta di protesi personalizzata con dei forellini che letteralmente guidano l’odontoiatra nell’inserimento degli impianti dentali all’interno della bocca del paziente.

Fase 3: inserimento degli impianti e posizionamento della protesi

Quando il dentista riceve la dima chirurgica può convocare il paziente e dare inizio all’ultima fase dell’implantologia computer guidata.

La dima chirurgica viene sistemata all’interno della bocca del paziente a cui è già stata somministrata l’anestesia locale ed il dentista inizia a forare i tessuti molli seguendo i forellini sulla dima per arrivare all’osso e preparare così la sede in cui gli impianti devono essere posizionati secondo il modello tridimensionale.

La guida ha una importanza fondamentale non solo poiché indica esattamente il punto in cui effettuare la perforazione utilizzando frese di grandezza sempre maggiore fino ad arrivare a quella che modellerà il sito in base alle reali dimensioni dell’impianto, bensì perché essa indica anche l’esatta profondità a cui fermare la perforazione dell’osso per non andare a ledere le terminazioni nervose sottostanti.

Terminato l’inserimento degli impianti, l’odontoiatra può estrarre dal cavo orale la dima e ancorare la protesi, precedentemente preparata, alla testa degli impianti appena alloggiati.

In questo modo il paziente può lasciare lo studio dentistico con la nuova protesi che gli permetterà una normale masticazione, una situazione estetica completamente rinnovata ed una fonazione pari a coloro che hanno denti naturali.

Fase 4: fissaggio della protesi definitiva

La protesi fissata immediatamente dopo l’inserimento degli impianti dentali, di norma, è una protesi provvisoria che ha la triplice funzione di permettere al portatore di avere una vita normale, agli impianti di osteointegrarsi ed all’odontoiatra di verificarne il corretto funzionamento, la relativa resa estetica ed eventualmente apportare delle modifiche su quella che sarà la protesi definitiva. Trascorsi come minimo tre mesi, si procede alla collocazione in sede della definitiva

Quali i vantaggi dell’implantologia computer guidata rispetto all’implantologia classica ?

imagesrtuL’implantologia computer guidata ha rivoluzionato l’odontoiatria e le metodologie di approccio e di soluzione di moltissimi casi clinici poiché attraverso la modellazione tridimensionale è possibile avere dati molto più precisi rispetto al passato su cui effettuare la diagnosi e, conseguentemente, pianificare l’intervento vero e proprio.

I principali vantaggi dell’implantologia computer guidata sono:

Possibilità di trattare casi con estrema riduzione ossea

Proprio perché il computer è in grado di leggere nei minimi particolari la situazione ossea del paziente, l’odontoiatra può valutare ancora meglio oggi rispetto al passato se la zona deputata all’inserimento degli impianti possa o meno riceverli e sostenerli (osteointegrarli) senza magari la necessità di un rialzo del seno.

Maggior precisione nel posizionamento degli impianti

Dopo tutto ciò che abbiamo scritto finora, appare evidente che, grazie al computer ed ai dati da esso elaborati, il clinico e l’odontoiatra congiuntamente, riescono a lavorare con dei margini di possibili errori che si approssima allo zero.

Il dentista nell’inserimento preciso degli impianti e l’odontotecnico nella creazione della protesi che meglio si adatterà alla bocca del paziente sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.

Intervento mininvasivo

Prima dell’avvento del computer anche nel campo implantologico, l’odontoiatra era costretto ad incidere la gengiva per arrivare ad esporre l’osso all’interno del quale cominciare a preparare la sede per gli impianti posizionati in più in base all’esperienza ed alla bravura del dentista che rispetto a dati certi come abbiamo adesso.

I lembi creati dovevano essere suturati e, solitamente, si attendeva dai 3 ai 6 mesi affinché il processo di osteointegrazione fosse terminato prima di posizionare la protesi.

Dalla descrizione della procedura è facile comprendere che lo stress operatorio e post operatorio per il paziente era notevolmente maggiore ed il disagio riguardo alla masticazione poteva perdurare per molto tempo.

Con l’implantologia computer guidata, tutto ciò non è più necessario poiché gli impianti vengono posizionati senza la necessità di tagliare e suturare la gengiva (quindi anche il dolore post operatorio è notevolmente inferiore) la protesi viene ancorata agli impianti dentali subito dopo il loro alloggiamento (si parla quindi di carico immediato).

Riduzione dei tempi d’attesa

Non essendo più necessario attendere i tempi di osteointegrazione e di guarigione delle ferite causate dalle incisioni per l’esposizione dell’osso e le conseguenti suture, l’implantologia guidata dal computer ha drasticamente ridotto i tempi necessari a terminare i lavori necessari per permettere alle persone edentule di tornare a sorridere e masticare normalmente ma non solo, tempi ridotti significa anche che tutti coloro che per vari motivi hanno paura di sedersi sulla poltrona del dentista, arrivando anche a fobie vere e proprie, possono tirare un sospiro di sollievo.

Quali sono i pazienti che possono trarre maggiore vantaggio ?

Fondamentalmente tutti coloro che necessitano di impianti dentali per la sostituzione di più denti sono ottimi candidati per questo tipo di pratica implantologica.

Sempre più frequentemente persone che già portano protesi mobili (come la classica dentiera) ne richiedono la stabilizzazione grazie appunto all’ancoraggio della protesi stessa su impianti o minimpianti dentali che a loro volta posso essere posti in loco in maniera tradizionale oppure attraverso l’implantologia computer guidata.

Sistemi alternativi all’uso del computer nell’implantologia

Dima di Malò con tacche che guidano l’odontoiatra nella preparazione dei siti in cui andranno collocati gli impianti dentali.

Quali sono i prezzi dell’implantologia computer guidata ?

Leggendo la descrizione delle varie fasi che contraddistinguono questo tipo di interventi di implantologia si potrebbe essere portati a credere che i prezzi siano superiori rispetto alla metodologia odontoiatrica classica che non si avvale del computer, non necessita di dima chirurgica, non ha bisogno di hardware e software particolari ed il costo finale è dato dai singoli impianti dentali e dal lavoro del dentista.

In passato era proprio così, anche se di poco ma una lieve differenza di prezzi c’era.

Oggi che l’implantologia computer guidata è utilizzata da un numero sempre maggiore di dentisti che possono a loro volta curare meglio più pazienti, anche i prezzi a cui tali metodologie sono proposte scendono mentre a salire è la qualità del lavoro svolto nonché una maggiore garanzia per il paziente.

Differenza tra implantologia iuxtaossea e osteointegrata

Che differenza c’è tra l’implantologia osteointegrata e quella iuxtaossea ? Sostanzialmente, la prima prevede l’inserimento degli impianti dentali direttamente nell’osso con tecniche mininvasive mentre la iuxtaossea posiziona una griglia tra osso e periostio.

Per dare ai nostri lettori un’idea di massima di quali sono le principali differenze tra l’implantologia iuxtaossea e l’implantologia osteointegrata, abbiamo preparato questo breve articolo che riassume e confronta le caratteristiche delle due tecniche che hanno come scopo comune quello di ripristinare sia la funzionalità masticatoria che quella estetica di paziente completamente edentuli (che hanno perso tutti i denti).

Caratteristiche dell’implantologia iuxtaossea

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  • Necessita di due rientri chirurgici molto invasivi;
  • La griglia in titanio è progettata e realizzata da artigiani odontotecnici che devono essere altamente specializzati;
  • Non permette risultati facilmente predicibili e duraturi nel lungo periodo;
  • Se il soggetto sottoposto ad implantologia iuxtaossea era incline a patologie del parodonto, un’ipotetica perimplantite potrebbe diffondersi così velocemente da inficiare tutto il lavoro.

Caratteristiche dell’implantologia osteointegrata

impianto

  • Nei casi migliori, non è necessario nessun intervento chirurgico poiché l’implantologia transmucosa permette il posizionamento degli impianti senza l’utilizzo del bisturi;
  • Gli impianti sono realizzati da ditte che investono molto in ricerca e sperimentazione; inoltre, il mercato altamente concorrenziale, spinge i produttori di impianti dentali all’innovazione continua e ciò avvantaggia il paziente;
  • Grazie all’ampia documentazione ed alle nuove tecnologie, permette, non solo di prevedere il risultato finale e di garantirlo per molti anni, ma anche di previsionarne l’impatto estetico con grande soddisfazione del paziente;
  • Anche se il paziente soffre di parodontite, con le dovute cautele del caso, è possibile sottoporlo ad implantologia osteointegrata con successo e, nel caso la perimplantite si manifestasse, sarebbe circoscritta solo all’area dell’impianto che è possibile sostituire in qualsiasi momento (evento non augurabile ma fattibile). Esistono, inoltre, molti metodi per curare la perimplantite, ad esempio si può impiegare il laser o i-Brush.

Ovviamente questo elenco è puramente generico e non può dare le risposte per tutti i casi particolari che possono verificarsi; ecco perché vi invitiamo a leggerlo per una corretta informazione ma ad approfondire il discorso con il vostro medico o dentista di fiducia che conosce bene le tecniche da utilizzare nel vostro caso specifico.

Impianti dentali a lama

lama-implGli impianti dentali a lama (detti anche endossei a lama), erano utilizzati quando l’osso del paziente presentava scarso spessore ma sufficiente profondità (mandibola atrofica che ricorda la lama di un coltello).

Sono formati da una fixture in metallo piatta che veniva inserita nei mascellari e da staffe che emergevano dalla gengiva alle quali era collegata la protesi fissa.

Negli anni

Sviluppati dal Dr. Leonard Linkow negli anni ’70, furono impiegati con moderato successo negli anni a venire per poi essere definitivamente messi da parte.

Motivi della dismissione:

  • elevata specializzazione chirurgica necessaria per il posizionamento;
  • mancanza di osteointegrazione;
  • elevata mobilità dell’intera struttura;
  • notevoli complicazioni post-inserimento;
  • scarsa predicibilità;

Oggi

Se i mascellari del paziente sono caratterizzati da  spessore insufficiente, oggi, è possibile intervenire con la chirurgia pre-implantare.

Attraverso gli innesti ossei ed il rialzo del seno,  è possibile ricreare la quantità di osso necessaria per l’inserimento delle viti metalliche e completare il tutto con la protesi.

La quantità  di tessuto duro a disposizione dell’implantologo può essere misurata in modo assai preciso sottoponendo il paziente ad esami radiologici con la Tomografia Computerizzata Dentalscan Cone Beam 3D

Il risultato di tale indagine è oggettiva e non opinabile. In altre parole, l’esame tridimensionale o volumetrico che dir si voglia, non lascia spazio ad interpretazioni: o l’osso c’è e viene rilevato dalle radiografie oppure si aggiunge artificialmente.

Tra i tipi di impianti visti finora, quelli maggiormente utilizzati, al momento della stesura di quest’articolo sono quelli in titanio osteointegrati nei mascellari (mandibola e mascella).

Pur appartenendo ormai alla storia dell’implantologia, abbiamo ugualmente voluto occuparci di questa metodica per la riabilitazione delle arcate dentali edentule (senza denti) poiché è un argomento ancora molto dibattuto.

Ricordiamo ai nostri lettori che le informazioni di odontoiatria riportate su questo sito hanno solo scopo informativo.

Consigliamo, tuttavia, alle persone che hanno ricevuto una proposta riabilitativa che fa uso di metodiche datate, di recarsi anche da altri professionisti dell’implantologia.

La salute, anche dei denti, deve sempre essere messa al primo posto altrimenti si rischia di affrontare interventi abbastanza invasivi e costosi per poi scoprire di dover rifare tutto il lavoro.

Ponte su impianti dentali

p08Il ponte su impianti dentali in titanio osteointegrati nei mascellari risolve il problema dell’edentulia parziale (mancanza di alcuni denti) senza la necessità di dover ridurre a moncone gli elementi dentali naturali e sani che dovrebbero sacrificarsi per fare da pilastri.

In questo caso, sono gli impianti dentali inseriti dal dentista a sorreggere la protesi fissa parziale e non i denti residui del paziente.

Il numero di corone di cui il ponte su impianti sarà formato dipende dal numero di denti naturali da sostituire: si può avere una sola capsula su un solo impianto fino alla intera arcata o ponte circolare su impianti.

Quando utilizzare il ponte su impianti ?

Per la sostituzione di vecchie protesi mobili scheletrate

Alcuni pazienti potrebbero essere stanchi della protesi mobile scheletrata a causa della sua eccessiva mobilità oppure per gli antiestetici ganci in metallo con cui la protesi stessa si ancora ai denti naturali.

Il ponte su impianti dentali elimina entrambi i problemi ed è molto più duraturo rispetto a tale tipo di protesi.

Per sopperire ad edentulia parziale sopraggiunta o cronicizzata

Quella sopraggiunta è la tipica situazione in cui carie non curate in tempo o malattia parodontale aggressiva hanno ormai ridotto i denti e le relative radici a monconi malridotti ed estremamente mobile difronte ai quali il dentista non può fare altro che procedere con l’estrazione.

La mancanza di denti cronicizzata si verifica quando un soggetto a perso i propri denti a causa di carie, parodontite o trauma e non li ha mai sostituiti con altri presidi odontoiatrici.

In questo caso, la parte dell’arcata rimasta edentula potrebbe essere andata incontro a grave perdita di osso. Dopo le estrazioni dei residui dei denti naturali, è possibile ripristinare le funzionalità dell’arcata creando un ponte su impianti.

Esami radiografici

Per stabilire la procedura implantologica più adatta per realizzare un ponte su impianti dentali osteointegrati e per avere un quadro completo circa la situazione in cui versa la bocca del paziente, il dentista deve effettuare degli accertamenti radiografici quindi sottopone il paziente stesso ad una comune ortopantomografia (panoramica dentale) o ad una TC dentale 3D DENTALSCAN per riprodurre con l’utilizzo del computer i mascellari del paziente in cui andranno inseriti gli impianti.

Gli esami radiologici permettono al medico di verificare o meno la presenza della quantità minima necessaria per effettuare l’intervento di implantologia.

Se la quantità di osso non è sufficiente, il paziente, prima di ricevere gli impianti, dovrà sottoporsi ad innesti di osso.

Inserimento degli impianti dentali

Tecnica tradizionale

La procedura tradizionale utilizzala tecnica a carico differito (o two stage od anche con lembo) per inserire gli impianti dentali per il ponte.

Durante la prima fase, previa anestesia locale, il dentista rende visibile l’osso attraverso l’incisione e lo scollamento della gengiva, solo a questo punto procede con le frese per creare il foro in cui avviterà l’impianto. Lo step finale è quello di suturare la gengiva nella posizione iniziale.

La seconda fase inizia dopo il periodo di osteointegrazione (generalmente 3 o 4 mesi per la mandibola e 5 o 6 mesi per la mascella), la gengiva viene nuovamente incisa per scoprire l’impianto a cui connettere il moncone o abutment ed a questo il ponte dentale.

Durante il periodo d’attesa, tra la prima e la seconda fase, è possibile fornire al paziente una protesi mobile scheletrata per garantirgli la masticazione e, in parte, anche l’estetica.

Ad osteointegrazione avvenuta, il paziente si recherà nuovamente dal dentista che assicurerà il ponte su impianti nel cavo orale utilizzando cemento odontoiatrico.

Tecnica computerizzata

Utilizzando l’implantologia computer guidata è possibile pianificare il posizionamento degli impianti dentali in modo molto preciso ed anche prevedere o meno la possibilità di porre in essere il relativo carico immediato ovvero di montare il ponte su impianti in un’unica seduta.

Le guide utilizzate dall’implantologo per eseguire le perforazioni dell’osso in punti predeterminati al computer sono talmente precise che è possibile utilizzare la tecnica transmucosa per forare gengiva ed osso allo stesso tempo eliminare l’incisione e la sutura dei tessuti molli favorendone, al contempo, la più veloce guarigione.

Costruzione del ponte provvisorio

Il ponte provvisorio, generalmente costruito con corone in resina, è molto importante sia per il dentista che per il paziente poichè:

  • permette di avere un’idea precisa del ponte definitivo su impianti;
  • consente di valutare il giusto colore dei denti;
  • è possibile porre rimedio a problemi di fonazione;
  • i tessuti parodontali, durante la guarigione, possono assumere la posizione corretta poiché il ponte provvisorio occuperà lo stesso spazio di quello definitivo.

Alloggiamento del ponte su impianti dentali osteointegrati

Trascorso il periodo di osteointegrazione necessario ed ultimato il lavoro sul dispositivo protesico definitivo, il paziente è chiamato in studio per il fissaggio del ponte su impianti dentali.

Sarà compito del dentista verificare che tutti i parametri registrati precedentemente siano effettivamente riportati sul definitivo in modo tale che il paziente lo senta come parte integrante della sua bocca ed abbia la sensazione di avere nuovamente i suoi denti in bocca.

Mantenimento e pulizia

La corretta igiene orale quotidiana è fondamentale in condizioni normali e lo diventa ancora di più quando si tratta di impianti dentali poichè questi sono più delicati da mantenere.

E’ importantissimo impedire alla placca di depositarsi sotto il ponte su impianti (tra gengiva e protesi) e di formare il tartaro poiché esso porta all’infiammazione delle gengive e, aggravandosi, alla perimplantite che è una delle principali cause del fallimento degli impianti dentali.

E’ consigliato spazzolare il ponte come se si trattasse di denti normali e l’uso del filo interdentale o superfloss per rimuovere la placca attorno agli impianti

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